Cicerone scrive alle sue care Terenzia e Tullia

Si tu et Tullia, lux nostra, valetis, ego et suavissimus Cicero valemus. Pridie Idus Octobres Athenas venimus, cum sane adversis ventis usi essemus tardeque et incommode navigavissemus....testo latino completo

Se tu e Tullia, la nostra luce, state bene, anch'io e il dolcissimo Cicerone stiamo bene. Il 14 ottobre giungiamo ad Atene, servendoci davvero dei venti contrari avendo navigato lentamente e scomodamente.

Acasto giunse da noi che eravamo salpati dalla nave con le lettere di venti giorni prima. Ho ricevuto la tua lettera, dalla quale ho capito che tu temi che non mi verranno recapitate quelle precedenti: mi sono state recapitate tutte e ogni cosa è stata scritta molto accuratamente da te, e ciò mi è stato molto gradito. E non mi meraviglio che questa lettera, che Acasto mi ha portato, è stata breve;

infatti attendi ormai me stesso o piuttosto noi stessi, che pure desideriamo giungere da voi quanto prima, anche se intuisco in che stato giungerei; ho saputo infatti dalle lettere di molti amici, che mi ha recapitato Acasto, che la situazione volge verso lo scontro armato, tanto che, quando sarò giunto, non mi sia consentito dissimulare, cosa provo; ma, dato che bisogna affrontare la fortuna, ci accingiamo a giungere tanto più velocemente, quanto più facilmente delibereremo in merito a tutta la situazione.

Ancora un'altra cosa, sostentati, mia Terenzia, come puoi. Non mi allontanerò più lungamente, dato che così vi è gradito, ma vorrei che m'inviaste quanto più frequentemente le lettere. Noi, se gli dèi ci aiuteranno, speriamo che saremo in Italia il 13 novembre. Voi, mia dolcissima e carissima Terenzia e mia carissima figliola Tullia, se ci amate, abbiate cura di stare bene.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cicerone