Contro Antonio per recuperare la libertà

Quamquam est in te, M. Lepide, tanta auctoritas quanta debet esse in homine nobilissimo, tamen senatus se ipse non contemnit, nec vero fuit umquam gravior, constantior, fortior....

Anche se, M. Lepido, c'è in te tanta autorità quanta ci dovrebbe essere in un uomo nobilissimo, tuttavia lo stesso senato sentì altamente di sè, né in verità fu talvolta più grave, più costante, più forte.

Tutti noi siamo indotti a recuperare la libertà; tanto ardore del senato e del popolo Romano non può essere estinto dall'autorità di alcuno. Odiamo, combattiamo irati; non possono essere strappate dalle mani le armi; non possiamo udire il segnale della ritirata o il richiamo dalla guerra; ci auguriamo ottime cose; preferiamo sopportare persino le cose più difficili invece di servire.

L'adolescente C. Cesare, poco più che un fanciullo, di una certa virtù e mentalità incredibile e divina, realizzò un esercito invincibile; due consoli fortissimi erano presenti con le milizie; non ci mancarono importanti e diversi supplementi di L. Plancio, il console designato; si combattè per la salvezza di Decio Bruto.

Solo M. Antonio furioso armato di spada con un manipolo di ignobilissimi ladroni fece guerra contro la patria, gli dèi penati, gli altari, i quattro consoli. dovremmo cedere a lui? dovremmo ascoltare le sue condizioni? dovremmo credere che sia possibile instaurare la pace con costui.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cicerone

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