CORIOLANO - Laboratorio latino, lingua e cultura latina e altre versione latino

Coriolano - versione latino e traduzione da vari libri di testo:
Libro: Laboratorio 1, lingua e cultura latina pag 221 n 37
Coriolanus, vir magni...nullo proelio conserto.

Coriolano, uomo di grande animo e di sagace ingegno, condannato in esilio per un ingiusto processo daiRomani, si rifugiò dai Volsci.

In quei tempi i Volsci erano ostili ai Romani e Coriolano per l’offesa ricevuta dai suoi cittadini, decise di offrire aiuto a quelli che portavano guerra contro la sua patria. Così questo venne nominato comandante dell’esercito dei Volsci. Il senato, per l’esortazione della plebe, mandò ambasciatori ai Volsci per chiedere la pace, ma Coriolano, memore dell’offesa dei cittadini e del beneficio degli stranieri, li rimandò a Roma senza nulla di fatto. Quindi per la seconda volta quelli furono rimandati nuovamente nella città dei Volsci, neppure furono accolti.

Anche i sacerdoti vestiti con i loro segni distintivi e supplichevoli vennero all’accampamento dei nemici, ma non commossero l’animo di quello, che ardeva d’ira. Già Coriolano stava per combattere contro la sua stessa città. Allora, o per una decisione pubblica mosse per timore della guerra, le donne vennero da Veturia, madre di Coriolano e da Volumnia moglie di quello, con l’ intenzione di chiedere aiuto. Quindi la vecchia Veturia e Volumnia, portando i due piccoli figli con loro ma Marcio, giunsero all’accampemento dei nemici e distolsero Coriolano dalla scellerata decisione con le loro lacrime e con le loro parole.

Così quello, che già stava per condurre la cavalleria dei Volsci contro i Romani, cambiata decisione, abbracciò la moglie e la madre e mosse indietro l’accampamento da Roma senza attaccare nessuna guerra

Coriolano versione da Libro: nova mente, nove discere, juventas

Inizio: Romani Caium Marcium Coriolanum cognominaverunt, quia aspero proelio Coriolos, Volscorum oppidum, acri virtute et strenuo animo pugnans expugnaverant Fine: Coriolanus Romam obsidere destitit et a Roma decessit, sed in odium Volscis venit et hostem olim socium interfecerunt.

I romani chiamarono con un soprannome Caio Marcio Coriolano perché aveva assediato e preso la città dei Volsci (chiamata) Coriolo.

Ma coriolano poiché era visto male dalla gente per la sua superbia lasciò Roma e andò dai Volsci, (che erano stati) suoi nemici un tempo. Allora con le truppe dei Volsci intraprese una dura guerra contro la sua (stessa) Patria e frequentemente sbaraglò i Romani con moltissime truppe.

I romani domandarono vanamente benevolenza attraverso gli ambasciatori Infatti coriolano voleva prendere roma. Ormai i Romani si erano rassegnati quando Veturia, la matra e Volumnia, la moglie che erano arrivate all'accampamento dei Volsci, internerirono l'animo di Coriolano con molte lacrime, così l'uomo abbandonò (il proposito) di assediare Roma e andò via ma fu odiato dai Volsci che (quindi) lo uccisero

Coriolano versione di latino dal libro
Corso di lingua latina

Coriolanus, vir maximi animi et altissimi consilii optimeque de re publica meritus, iniquissimae damnationis ruina prostratus, ad Volscos, gentem tunc infestam Romanis, confugit....

Coriolano, uomo di grande animo e altissimo ingegno e pieno di meriti circa lo stato, abbattuto dalla rovina di una ingiustissima condanna, si rifugiò dai Volsci, popolo allora in odio ai romani.

Ma qui la sua virtù venne premiata: e così, dove era venuto per chiedere asilo, qui in breve tempo ottenne il massimo comando e i cittadini romani che rifiutarono di chimarlo generale ebbero Coriolano come tremendo comandante contro la città. Frequentemente sconfitti i nostri eserciti, Coriolano giunse con l'esercito dei volsci vicino le mura di roma e da quello vennero mandati ambasciatori dei romani per pregare l'esule ma non ottennero nulla.

Poi mandati sacerdoti tornarono con simile esito. Il senato si stupiva, il popolo trepidava, gli uomini ugualmente le donne temevano una fine imminente. Allora Veturia, madre di Coriolano, portando sua moglia Volumnia e i suoi figli, si diresse verso l'accampamento dei volsci.

Quando il figlio vide la madre disse: hai espugnato e vinto la mia ira, o patria, con le preghiere della madre, e liberò il campo romano dalle armi nemiche, ugualmente con dolore accettata l'offesa, con la speranza di vittoria, con la paura della morte la pietà liberò il petto di Coriolano.

CORIOLANO Versione di latino di TITO LIVIO
LIBRO MUNERA

Erat tum in castris inter primores iuvenum Cn. Marcius, adulescens et consilio et manu promptus, cui cognomen postea Coriolano fuit....

Cn. Marcio era allora nell’accampamento tra i più illustri dei giovani, un ragazzo pronto a pensare e ad eseguire, che ebbe in seguito il soprannome Coriolano.

All’improvviso le legioni Volsce partite da Anzio avendo assalito l'esercito romano che assediava Corioli e diretto verso gli abitanti che aveva chiusi all'interno, senza alcun sospetto di una guerra proveniente dall’esterno, e nel medesimo tempo avendo i nemici fatto una sortita dalla cittadella, si trovava per caso Marcio al posto di guardia.

Egli con un manipolo di soldati scelti non solo respinse l’assalto di quelli che tentavano la sortita, ma coraggioso irruppe attraverso la porta aperta nelle vicinanze della città, e compiuto un massacro scagliò una torcia presa per caso sugli edifici che erano vicini al muro. Lo schiamazzo quindi dei cittadini, come succede, misto al pianto delle donne e dei bambini lavatosi per la paura, per prima cosa incoraggiò i Romani e demoralizzò i Volsci, quasi (ormai)

fosse presa la città cui erano venuti per portare aiuto. Così furono sbaragliati i Volsci di Anzio e conquistata la città di Corioli.

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