Crasso in Aquitania

Armis obsidibusque acceptis, Crassus in fines Vocatium et Tarusatium profectus est....

Ricevute le armi e gli ostaggi, partì alla volta dei confini dei Vocati e dei Tarusazi. Allora in verità i Barbari agitati, perché avevano saputo che la città protetta dalla conformazione naturale del luogo e da un manipolo fu espugnata in pochi giorni, iniziarono ad inviare anche i legati, a giurare, a scambiarsi tra di loro gli ostaggi, a preparare le milizie. Furono anche inviati i legati presso quelle città della Spagna citeriore che erano confinanti con l'Aquitania: furono chiamati lì i condottieri e le truppe ausiliarie. Al loro arrivo tentarono di far guerra con grande autorità e moltitudine di uomini. In verità vennero designati quei condottieri che erano stati tutti gli anni insieme con Q. Sertorio e si riteneva che avessero elevata esperienza in campo militare. Questi decisero di occupare i luoghi, di fortificare l'accampamento, di impedire ai nostri il rifornimento di viveri. Appena Crasso si rese conto di ciò, ritenne che per la scarsezza le proprie milizie non erano facilmente riconducibili, che il nemico vagabondasse e assediasse le vie e che aveva lasciato un presidio sufficiente all'accampamento, per tale motivazione fu meno agevole portare a questi stessi il frumento ed i viveri, che durante i giorni il numero dei nemici aumentasse, che non bisognasse temporeggiare anzi gareggiare in battaglia. Delegata tale idea al consiglio, appena capì che tutti avevano la stessa idea, decise il giorno successivo per la battaglia. All'alba, fatte uscire tutte le milizie, istituita una duplice schiera, gettate le truppe ausiliarie in mezzo alla schiera, attendeva che decisione i nemici prendessero. Quelli, anche se per la moltitudine e l'antica gloria della guerra e la pochezza dei nostri pensavano che sarebbero stati in procinto di combattere al sicuro, tuttavia ritenevano che sarebbe stato più sicuro impedito il passaggio agli assediati Raggiungere la vittoria senza ferita.

Approvata tale decisione dai condottieri, fatte uscire fuori le milizie dei Romani, si trattenevano nell'accampamento. Valutata tale situazione Crrasso, poiché i nemici per il loro indugiare e per il pensiero della paura rendevano i nostri soldati più alacri a combattere e si ascoltarono le dicerie comuni che non occorreva che si attendesse più a lungo anzi si doveva andare all'accampamento, esortando i suoi si diresse con tutti quelli che lo desideravano verso l'accampamento dei nemici.
(By Maria)

Versione tratta da Cesare

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