Crudeltà dei padroni verso i propri schiavi
In Urbe nostra multi turpe existimant cum servo suo cenare, quia superbissima consuetudo servorum stantium turbam circum dominum cenantem posuit....
Nella nostra città molti ritengono che sia turpe cenare con il proprio schiavo, perché una consuetudine assai superba ha posto una folla di schiavi che stanno in piedi intorno al padrone che cena. Quello ha (uso del verbo essere come avere)
più di quel che prende, e, essendo grande l'avidità, appesantisce il ventre pieno e ormai disabituato al dovere del ventre, tanto da rigettare con maggiore sforzo ogni cosa rispetto a quanto ha ingerito.
Ma agli infelici schiavi non è lecito muovere le labbra neppure per questo, per parlare; ogni mormorio è frenato con la verga, neppure quelli fortuiti sono esenti dalle sferzate: la tosse, gli starnuti, il singhiozzo.
Fanno silenzio viene punita con una grande punizione l'interruzione una parola, stanno fermi l'intera notte digiuni e muti.
(By Maria D. )
Versione tratta da Seneca
Commento
Questo il brano offre un'immagine vivida e critica delle dinamiche sociali e dei trattamenti disumani nei confronti degli schiavi nell'antica Roma, evidenziando le disuguaglianze e le ingiustizie pervasive di quella società.
Tratta INFATTI delle relazioni sociali e delle dinamiche di potere all'interno della società romana, con un'attenzione particolare alle interazioni tra padroni e schiavi. Il passo dipinge un quadro di come i padroni trattino gli schiavi durante i pasti e sottolinea la rigidità delle gerarchie sociali e la mancanza di voce o diritti per gli schiavi. L'ambientazione è l'antica Roma, dove la consuetudine di cenare con schiavi in piedi intorno al padrone è vista come un segno di superbia e status elevato. Tuttavia, il brano sottolinea che questa pratica ha conseguenze negative sia per i padroni che per gli schiavi stessi.
Descrive come il padrone, spinto da un'appetito insaziabile e dal desiderio di mostrare la propria ricchezza, mangi più di quanto dovrebbe, causando disagi al suo stomaco ormai poco abituato a tale quantità di cibo. Questa scena mette in luce la mancanza di moderazione e il contrasto tra il lusso del padrone e la situazione dei suoi schiavi. Gli schiavi, d'altra parte, sono costretti al silenzio assoluto. Qualsiasi forma di comunicazione è soppressa con violenza e le punizioni sono severe. Nemmeno tossire, starnutire o singhiozzare è permesso agli schiavi. Questa severità dimostra quanto poco potere e dignità fossero concessi agli schiavi nell'antica Roma e quanto fossero soggetti al controllo assoluto dei loro padroni.
L'interdizione del parlare e la punizione per l'interruzione del silenzio notturno evidenziano la deumanizzazione e l'oppressione degli schiavi in questa società. Inoltre, il fatto che siano costretti a rimanere digiuni e muti per tutta la notte sottolinea l'ingiustizia e la crudeltà delle loro condizioni di vita.
(By Starinthedark)
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