Da ciabattino a medico

Olim malus sutor, inopia deperditus, operam mutabat et medicinam in multis faciebat locis....

Una volta un ciabattino disonesto, distrutto dalla povertà, cambiava lavoro e praticava in molti luoghi la medicina.

Infatti faceva commercio per le città di un falso rimedio, ma il popolo credeva alle (sue) parole, spesso una moltitudine (di persone) si riprendeva dalle malattie con la scienza persuasiva del falso medico così a poco a poco acquisiva a sé fama con verbosi raggiri e faceva un grande profitto. A quel tempo il tiranno della città giaceva consumato da un morbo, chiamava il medico e metteva alla prova la sua abilità.

Così chiedeva una coppa: il tiranno versava dell'acqua e con finzione mescolava al falso rimedio del medico, una medicina [veleno] vera, quindi diceva:" Medico, se berrai la bevanda, la tua abilità avrà un grande premio (dativo di possesso). Il medico temeva fortemente la morte e rivelava la sua colpa. "In vero io non esercito la scienza medica ma il bisogno e la stoltezza del popolo mi ha eletto medico.

Dunque il tiranno convocava la folla e diceva davanti al popolo: "Stolti, la vostra è certamente una grande follia: affidate infatti le vostre teste ad un uomo a cui nessuno affidava le calzature. La favola ammonisce gli uomini, la stoltezza dei quali è lucro per l'impudenza.

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