Dario rischia la vita nello scontro contro Alessandro

Qui circa Alexandrum erant vidisse se crediderunt paululum super caput regis placide volantem aquilam, non sono armorum, non gemitu morientium territam....

Quelli che erano intorno ad Alessandro credettero di aver visto un pochino al di sopra del capo del re un'aquila che volava placidamente, non spaventata dal crepitio delle armi, né dal gemito dei moribondi.

Certamente l'indovino Aristante, indossando una veste bianca, e portando innanzi l'alloro con la mano destra, mostrava l'uccello ai soldati intenti alla battaglia, come auspicio sicuro di vittoria. Dunque un'immensa alacrità e fiducia infervorò alla battaglia i soldati poco prima atterriti; soprattutto dopo che l'auriga di Dario, che stando dinanzi a questo stesso reggeva i cavalli, fu trafitto con la lancia.

Né i Persiani né i Macedoni dubitarono che lo stesso re fosse stato ucciso. Dunque i cognati di Dario e e gli scudieri sconvolsero quasi l'intera schiera dei combattenti con un lugubre ululato, un clamore tumultuoso e un gemito e l'ala sinistra lasciò il carro disperso in fuga. Si dice che, stretta la spada, Dario dubitò se evitare il disonore della fuga con una morte onesta.

Ma, prominente nel carro, si vergognava di aver lasciato tutta la schiera dei suoi che non si era ancora ritirata dalla battaglia.
(By Maria D. )

Versione tratta da Curzio Rufo

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