Dedalo e Icaro riescono a fuggire

Daedalus alas pennis et cera parat, cera vincit et suis umeris aptat. Deinde etiam filio alas aptat sed, cum artificium conficit, ita Icarum admonet: "Fili mi, strenuus vola sed flamma Pheobi vita!...

Dedalo predispone delle ali con penne e cera, (le) incolla con la cera e (le) sistema alle proprie scapole.

Successivamente sistema le ali anche al figlio, ma, allorché porta l'opera a compimento, avverte Icaro in tal modo: O figlio mio, vola risoluto, ma evita le fiamme di Febo! Ascolta il mio suggerimento! Se voleremo con grande accortezza, scapperemo e giungeremo incolumi e lieti alla nostra città!. Il giovane batte le ali con grande gioia ed è trasportato attraverso le vaste correnti del cielo.

Ma siccome, in modo incauto, si avvicina eccessivamente agli astri, la cera delle ali viene sciolta dalla fiamma di Febo e il povero giovane vien fatto cadere in mare.

Con grande sofferenza per la morte del povero giovane, Dedalo vola attraverso l'alto cielo e arriva in Italia, nella città di Cuma, e lì, nel tempio di Febo, dedica le ali di cera al dio.

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