Dopo la battaglia della Trebbia - VERSIONE e traduzione latino

Dopo la battaglia della Trebbia
Autore: sconosciuto / da Livio

Degressus Appennino retro ad Placentiam castra movit et ad decem milia progressus consedit....

da Livio, Latina Lectio n. 216 pag 310
Annibale ritornato indietro per l'Appennino, marciò verso Piacenza, e, comei fu avanzato per 10 miglia, si fermò.

Il giorno seguente portò contro il nemico dodicimila fanti e cinquemila cavalli. Non rifiutò battaglia il console Sempronio, che già era tornato da Roma; e, per quel giorno, i due campi furono a tre miglia l'uno dall'altro. L'indomani si combatté animosissimamente con varia fortuna. Nel primo scontro le forze romane furono tanto prevalenti che non solo riuscirono vincitrici sul campo maa anche incalzarono il nemico respinto fino ai suoi alloggiamenti, e assalirono poi anche questi.

Annibale, disposti pochi difensori nella trincea e alle porte, radunò tutti gli altri in ordine serrato in mezzo al campo, e ordinò che stessero attenti al segnale di sortita.
Era già quasi la nona ora del giorno quando il Romano, che va inutilmente affaticate le truppe, ché non c'era alcuna speranza di espugnare il campo, diede il segnale di ritirata. Come Annibale se ne accorse, e vide l'allentarsi della battaglia e poi quel ripiegamento, mandata fuori d'improvviso, a destra e a sinistra, la cavalleria, col nerbo della fanteria si lanciò fuori egli stesso dal campo sopra il nemico.

Raramente si sarebbe combattuta una battaglia più accanita, o più memorabile per perdite d'ambe le parti, se il giorno avesse consentito di continuarla più a lungo; .

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