Ercole benefattore dell'umanità - VERSIONE e traduzione latino

Ercole benefattore dell'umanità
Autore: sconosciuto

Horrenda monstra homines antiquitus terrebant lacerabantque: Hercules, incredibili vi ac singulari virtute praeditus, Graeciam liberavit gloriamque apud aequales et posteros acquisivit.

Omnibus enim aetatibus Graeci herois victorias celebraverunt et ab Hercule exemplum viri fortis hominique societati benefici sumpserunt. Hercules innumerabiles labores propter iunonis iracundiam suscepit. Nemeaei leonis fauces elisit; Erymanthium aprum vivum comprehendit; ab inferis in terram Cerberum, horridum tricipitem canem, traxit. Hercules autem miseram finem habuit. Nam Deianira, Herculis uxor, ob Nessi fraudem dolumque, viro tunicam veneno illitam miserat: Hercules eam incaute induit venenumque in corpus statim penetravit.

Atroci dolore furiosus se ipsum vita privavit. Post mortem Graeci, beneficiorum memores, Herculem in deorum immortalium numero posuerunt.
Anticamente orribili mostri terrorizzavano e divoravano gli uomini: Ercole, dotato di incredibile forza e di singolare virtù, liberò la Grecia e acquisì la gloria presso i contemporanei e i posteri. In tutte le età infatti i Greci celebravano le imprese dell'eroe e presero da Ercole l'esempio di uomo forte e dell'uomo benefico per la società. Ercole sostenne numerose fatiche a causa dell'ira di Giunone. Spezzò le fauci del leone Nemea; prese vivo il cinghiale Erimanto; trasse dagli inferi in terra Cerbero, orribile cane con tre teste.

Ercole tuttavia ebbe una brutta fine. Infatti Deianira, moglie di Ercole, per la frode e l'inganno di Nesso, aveva mandato all'uomo una tunica impregnata di veleno: Ercole la indossò incautamente e il veleno penetrò nel corpo immediatamente. Furente per l'atroce dolore si privò lui stesso della vita. Dopo la morte i Greci, memori dei benefici, posero Ercole nel numero degli dei immortali.