Fenomeni carsici

Alexander cum phalange et equitatu centum et quinquaginta stadia emensus, castra in valle, qua Hyrcaniam adeunt, communit....

Alessandro, attraversati centocinquanta stadi con la falange e la cavalleria, rinforzò l'accampamento in una valle che è accessibile verso l'Ircania. 

[In quel luogo] C'è un bosco ombreggiato da fitti e molto alti alberi; il suolo della valle è fertile, che le acque che provengono dalle rocce sovrastanti irrigano. Da quelle stesse radici dei monti fluisce il fiume Ziobeti, che scorre compatto per una lunghezza di circa tre stadi; poi ostacolato da una rupe, che impedisce il piccolo alveo,  rifluendo, distribuite le sue acque, apre due strade. Quindi rapido, e molto impetuoso per l'asperità dei massi in mezzo ai quali scorre, entra a precipizio sotto terra.

Per trecento stadi scorre nascosto alla vista; e di nuovo viene alla luce come nato da un'altra sorgente, e distende un nuovo letto, più ampio di quello della sua parte precedente; giacché si allarga per tredici stadi; e chiuso nuovamente da sponde più strette rinserra il suo corso; infine termina in un altro fiume: il suo nome è Ridagno.

Gli abitanti del luogo affermavano che chiunque fosse caduto nella cavità che è prossima alla sorgente, usciva nuovamente fuori dove si apre l'altra bocca del fiume. Quindi Alessandro ordinò di gettare due tori nel punto in cui le acque penetrano sotto terra, e quelli che erano stati mandati a raccoglierli videro i corpi degli animali spinti fuori dove viene di nuovo allo scoperto.

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