Forza d'animo di padri illustri

Horatius Pulvillus pontifex, cum in Capitolio Iovi Optimo Maximo aedem aedificaret, mortuum esse filium suum accepit....

Il pontefice Orazio Pulvillo, mentre costruiva sul Campidoglio un tempio a Giove Ottimo Massimo, venne a sapere che suo figlio era morto.

Non interruppe la cerimonia della consacrazione di un così importante tempio né distolse l'attenzione da un rito pubblico verso il dolore privato, per non dare l'impressione di aver sostenuto la parte di padre più che quella di pontefice. Emilio Paolo aveva due figli di grande bellezza, di affabile carattere; il fato glieli sottrasse.

Infatti il funerale di uno precedette il trionfo del padre, l'altro che era stato osservato assieme al padre sul carro trionfale, dopo tre giorni morì. Con quale forza d'animo sopportò questo evento! Aveva pregato Giove e Giunone di rivolgere la disgrazia, che a quei tempi prendeva sul popolo romano, tutta sulla sua casa. Gli dei fecero ciò secondo i suoi voti. Quinto Marcio Re, collega di Catone nel consolato, perse un figlio di grandissima pietà e di rosea speranza.

Dal rogo del giovane si diresse immediatamente nella curia e convocò il senato, che per legge bisognava tenere in quel giorno. Perciò lo stesso giorno si mostrò padre infelice e console coraggioso.

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