I funerali presso i Romani

Animae adfirmantur lacte et sanguine in inferiis delectari. Varro Reatinus dicit quoque mulieres in exequiis et luctu solitas...videantur accipere. Sanguis enim velut animae possessio est, unde «exsangues» mortui dicuntur.

Testo latino completo

Si asserisce che negli Inferi le anime si dilettino con il latte e con il sangue. Il Reatino Varrone sostiene, inoltre, che le donne, durante il funerale ed il lutto, siano solite lacerarsi i visi affinché, mostrato il sangue, soddisfino le anime degli inferi; per questo motivo è stato anche disposto che delle vittime siano sacrificate vicino ai sepolcri. Presso gli antichi venivano uccisi degli uomini anche durante le esequie, ma, morto Giunio Bruto, che aveva espulso i Tarquini da Roma, dato che molte popolazioni avevano inviato dei prigionieri per il suo funerale, suo nipote ordinò che quelli che erano stati mandati, si scontrassero tra di loro in combattimento; e, per il fatto che essi erano stati mandati in dono, quello scontro fu chiamato "offerta funebre". Ma, dal momento che era gravoso e crudele uccidere animali o uomini, si iniziò a collocare sui corpi dei morti un drappo di colore del sangue.

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