I galli invadono Roma - versione latino e traduzione
I GALLI INVADONO ROMA
Versione di latino di np LIBRO N. P.
Galli apud flumen Alliam cornua exercitus Romani profligaverant legionesque fugaverant. Milites sinistri cornus Veios perterriti fugerunt, pauci dexteri cornus Romam contenderunt et in arcem confugerunt.
Post pugnam, solis occasu, Galli pervenerunt apud urbem et castra posuerunt inter Romam et Anienem. Post nuntium cladis magna trepitatio Romanorum animos invasit. Cives timebant imminentem impetum hostium; audiebant e Gallorum castris ululatus et cantus feros, et mens effingebat aspectus terrificos. Romani exercitum iam non habebant; ideo urbem non defenderunt. Senatus iussu et magistratuum hortatu omnes homines idonei ad arma in Capitolli arcem concesserunt, mulieres et senes in vicinis urbi civitatibus salutem invenerunt.
Mulieres domos reliquerunt cum fletibus et ploratibus. Prima luce Galli urbem occupaverunt domosque incederunt.
I Galli presso il fiume Allia avevano sconfitto le ali dell’esercito Romano e avevano messo in fuga le legioni. I soldati dell’ala sinistra spaventati fuggirono a Veio, pochi dell’ala destra si diressero a Roma, e si rifugiarono nella rocca. Dopo la battaglia, al tramonto del sole, i Galli giunsero presso la città e posero l’accampamento tra Roma e Anio. Dopo la notizia della sconfitta una grande ansia invase gli animi dei Romani. I cittadini temevano un imminente assalto dei nemici; udivano dall’accampamento dei Galli le urla ed i canti selvaggi, il pensiero dipingeva aspetti terribili.
I Romani non avevano più un esercito; perciò non difesero la città per ordine del Senato e per richiesta dei magistrati tutti gli uomini idonei alle armi si precipitarono sull’altura del Campidoglio, le donne e i vecchi trovarono salvezza nelle vicine città di Roma. Le donne lasciarono le case con pianti e gemiti. Allo spuntar del sole i Galli occuparono la città ed incendiarono le case.
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