I tiranni sono privi di amici

Latino in Laboratorio pagina 173 numero135

Quis est qui malit in omnium rerum abundantia vivere sed neque diligere quemquam nec ab ullo diligi?

Ita est tyrannorum vita, in qua nulla fides, nulla caritas, nulla stabilis benevolentiae potest esse fiducia: omnia semper suspecta atque sollicita, nullus locus amicitiae est. Quis enim aut eum diligat quem metuat aut eum, a quo se metui putet? Si forte, ut fit plerumque, tyranni ceciderunt, tum intellegitur quam fuerint inopes amicorum.

Quod ferunt Tarquinium dixisse exsulantem: tum se intellexisse, quos fidos amicos habuisset, quos infidos, cum iam neutris gratiam referre posset. At ut Tarquinii mores veros amicos parare non potuerunt, sic multorum opes praepotentium excludunt amicitias fideles: non enim solum ipsa Fortuna caeca est, sed interdum eos etiam efficit caecos, quos complexa est.

Quid autem stultius est quam cetera parare, quae parantur pecunia, et amicos non parare, optimam et pulcherrimam vitae, ut ita dicam, suppellectilem? Vita nam inculta et deserta ab amicis non potest esse iucunda.

Chi esiste che vuole vivere piuttosto in una ricchezza di ogni genere di cose ma non amare nessuno e non essere amato da nessuno? Tale è la vita dei tiranni, nella quale non ci può essere nessuna garanzia, nessun amore, nessuna fiducia in uno stabile affetto: ogni cosa è sempre sospetta ed angosciosa, non vi è alcun posto per l'amicizia.Chi infatti potrebbe amare colui che teme o colui da cui pensi di essere temuto?  Se per caso, come accade per la maggior parte, i tiranni sono caduti, allora si capisce quanto furono privi di amici.

Raccontano che Tarquinio abbia detto ciò mentre andava in esilio: cioè che aveva capito allora quali amici fidati avesse, e quali infedeli, quando ormai non poteva restituire un favore né agli uni, né agli altri. Ma come i costumi di Tarquinio non poterono procurare dei veri amici, così le ricchezze di molti assai potenti escludono amicizie fedeli: infatti non solo proprio la stessa Fortuna è cieca, ma talvolta rende ciechi anche coloro che ha circondato.

Cosa c'è infatti di più stolto che procurarsi altre cose, che ci si procura con il denaro, e non procurarsi amici, il migliore e il più bello, per così dire, corredo della vita? Una vita, infatti,  priva ed abbandonata dagli amici non può essere felice.

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