Nuovi culti vengono introdotti a Roma
Maiores nostri Apollinis praedictiones vatum libris et portentorum
I nostri antenati vollero che venissero esplicitati nei libri degli indovini le predizioni di Apollo e nella disciplina etrusca le confutazioni dei mostruosi prodigi.
Ma gli antichi non ebbero soltanto tanto zelo nel mantenere la religione ma anche di amplificarla, tanto che i dieci figli dei cittadini più autorevoli, secondo il senato consulto, furono consegnati ai singoli popoli dell'Etruria per percepire la religione dei riti sacri; chiesero a Velia, che avevano stabilito di venerare secondo il costume greco, una sacerdotessa, non avendo accolto questa città ancora come città, affinché il primo sovrintendente non facesse mancare alla dea le cose conosciute in merito ai riti antichi.
Avendo nella sua città un tempio splendido, i nostri antenati, ammoniti dal tumulto graccano ai Libri Sibillini a placare l'antichissima Cerere, inviarono dieci uomini a propiziare Enna, visto che credevano che da lì erano sorti i riti sacri di quella divinità.
Parimenti i nostri fautori degli dèi sciolsero i voti alla madre.
(By Maria D. )
Versione tratta da Valerio Massimo
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