Il cavallo e il cinghiale
Poetae Phaedri fabula viros iracundos admonet: nam vindicta semper rapida pervenit....
La favola del poeta Fedro ammonisce gli uomini iracondi: infatti la vendetta giunge sempre rapida.
Una volta i cavalli abitavano nelle selve ed erravano liberi nei campi. Il nobile cavallo soleva pascolare nel vasto campo: consumava le tenere erbe e beveva le limpide acque nel limpido ruscello. Ma giunge un cinghiale molesto e si rotola nel ruscello e sporca le acque.
Dunque tra il cavallo e il cinghiale divampa una grande discordia. Allora il cavallo arrabbiato per l'ingiuria prega il contadino: "Contadino, il feroce cinghiale calpesta le erbe del campo e rende torbida l'acqua del ruscello. Devi subito cacciar via il cinghiale". L'uomo si affretta, monta sul cavallo e Uccide con la forca il cinghiale.
Ma impone il morso al povero cavallo e lo lega nell'aia della villa. Allora il cavallo mesto piange e dice: "pretendevo (chiedevo) la giusta vendetta, ma sono costretto a servire".
Versione tratta da Fedro
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