Il corinzio Demarato arriva a Roma e diventa re
Fuisse enim quendam ferunt Demaratum Corinthium et honore et auctoritate et fortunis facile civitatis suae principem; qui cum Corinthiorum...
Tramandano che vi fu un certo Demarato di Corinzio e che fu facilmente il più ragguardevole della sua città per onore autorità e fortune; questi non avendo potuto sopportare Cipselo il tiranno di Corinto, si dice che fuggì con una grande ricchezza e si rifugiò a Tarquinia, nella più fiorente città dell'Etruria.
E udendo che la dominazione di Cipselo si era rafforzata, l'uomo libero e forte evitò la patria e fu chiamato cittadino dagli abitanti di Tarquinia e stabilì il domicilio e la sede in questa città. Essendo visto (sembrando) celebre per la dottrina e l'umanità, fu ricevuto facilmente in città.
Da lì giunse a Roma e divenne tanto familiare al Re Anco che fu considerato partecipe di tutte le decisioni e quasi socio del regno. Pertanto morto Marzio, si tramanda che il popolo lo elesse re mediante tutte quante le votazioni. Allora gli sembrò opportuno mutare il proprio nome e volle essere chiamato Tarquinio per sembrare di imitare la consuetudine in tutto il genere del popolo romano. Si narra che egli assoggettò gli Equi, una grande e feroce popolazione, che aveva portato guerra al popolo romano.
Ed egli stesso avendo respinto i Sabini dalle mura della città, disperse la cavalleria e li sbaragliò in guerra. E sappiamo che questo stesso organizzò per la prima volta i Giochi Massimi, che furono detti Romani e promise in voto durante la Guerra Sabina nello stesso scontro un tempio da farsi nel Campidoglio a Giove Ottimo Massimo.
(by Maria D.)
Versione tratta da Cicerone
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