Il filosofo Diogene e il topo - VERSIONE latino nuovo comprendere e tradurre
Il filosofo Diogene e il topo versione latino e traduzione libro Nuovo Comprendere e tradurre materiali di lavoro volume 2 Pag: 276 Versione: c
Diogenes, omnium philosophorum acerbissimus, solus erat, amicorum inops. Nam, cum olim aliqui cives eum ad cenam invitavissent, ille inter epulas sine ulla temporis intermissione quae convivae dicebant derisit....
Diogene, il più aspro di tutti i filosofi, era solo, senza amici. Infatti, quando una volta alcuni cittadini lo invitarono ad una cena, egli derise senza alcuna interruzione tutto ciò che i convitati dicevano.
Da allora tutti lo evitarono e nessuno lo invitava ad una cena. Diogene mal sopportava questa solitudine e un giorno, mentre cenava triste, vide un topo che correva di qua e di là, cercando per terra le briciole di pane. Allora osservò per un pò la bestiolina e sorridendo fra se disse:
“Questo topo, contento di poco, conduce una vita felicissima e non ha bisogno dell'amicizia di nessuno;
tu, Diogene, allora, perché soffri?” Subito si tirò su il morale e, sebbene solo, condusse una vita serena.
altra proposta di traduzione alternativa
Diogene, il più severo di tutti i filosofi, era solo, privo di amici. Infatti, avendolo alcuni cittadini invitato una volta a cena, quello durante i banchetti derise senza sosta le cose che dicevano i conviviali.
Da quel momento tutti lo evitarono e nessuno lo invitava a cena. Diogene sopportava a malapena questa solitudine e un giorno, mentre cenava triste, vide un topo che correva qua e là, cercando le briciole di pane in terra.
Allora guardò tristemente la bestiola e ridendo tra se disse: ” Questo topo contento con poco, conduce una vita felicissima e non ha bisogno dell’amicizia di nessuno, tu invece Diogene perché stai male?” Subito l’animo si risollevò e, senza nessuno, condusse una vita serena.
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