Il giudizio di Paride
Cum Thetis Peleo nuberet, omnes dei epulis interfuerunt, praeter Eridem, deam discordiae. Ea, cum postea supervenisset nec admitteretur ad epulas...Paris donum posterius prioribus anteposuit et Venerem pulcherrimam esse iudicavit.
Quando Teti si sposava con Peleo, al banchetto furono presenti tutti gli dei, tranne Eride, dea della Discordia.
Ella, dopo che arrivò, poiché non veniva ammessa al banchetto, dalla porta lanciò nel mezzo una mela su cui c'era scritto: "Alla più bella delle dee". Eletto subito da Giove come giudice Paride, figlio di Priamo Re dei Troiani, Giunone, Venere e Minerva rivendicarono per se il dono. Per prima a lui (a Paride)
Giunone disse: "Se mi giudicherai la più bella, ti prometto che regnerai su tutte le terre e che avrai a disposizione altre ricchezze". Poi Minerva [promise che] sarebbe stato il più forte tra i mortali e assicurò che sarebbe stato il più ingegnoso di tutti se quindi fosse risultata vincitrice.
Infine Venere promise che lei gli avrebbe dato in sposa Elena, figlia di Tindaro, moglie di Menelao, la più bella fra tutte le donne. Paride preferì più l'ultimo dono rispetto ai precedenti e giudicò che Venere era la più bella.
(By Vogue)
Versione tratta da Igino
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