Il lamento di Eucliòne
Perii, interii, occidi. Quo curram? Quo non curram? Tene, tene! Quis? Nescio....
Sono morto, sono perduto, sono finito. Dove correrò? Dove non correrò? Prendilo, prendilo!
Chi? Non lo so. Non vedo nulla; vado alla cieca, e davvero non riesco a capire con animo sicuro dove io vada, o dove io sia, o chi io sia. Io vi scongiuro di essermi d'aiuto, e di indicarmi l'uomo, chi l'abbia rubata.
Che cosa c'è? Perché ridete? Vi conosco tutti, so che qui ci sono parecchi ladri, che si nascondono sotto l'abito e il trucco, e stanno seduti come se fossero (uomini) per bene. Che cosa dici tu? Ho deciso di crederti, dal volto infatti capisco che tu sei onesto.
Oh! di dunque, chi ha il tegamino? Non lo sai? O me misero! Sono morto miseramente..
Versione tratta da: Plauto
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