Il pavone e la dea Giunone

Pavo ad Iunonem venit, dolens quod dea luscinii cantum ei non tribuerat. «Luscinius est cunctis avibus admirabilis, ego contra ut primum...

Il pavone giunse da Giunone, dolendosi perché la dea non gli aveva attribuito il canto dell'usignolo: "L'usignolo è degno di ammirazione da parte di tutti quanti gli uccelli, io invece nel momento in cui canto vengo deriso." Allora per offrirgli conforto, la dea disse: "ma tu vinci per bellezza, vinci per grandezza:

la lucentezza dello smeraldo splende sul tuo collo e stendi la coda gemmea di piume dipinte." Il pavone disse: "A che scopo il destino mi ha dato una muta bellezza, se sono sconfitto dal canto?". La dea rispose: "secondo l'arbitrio del destino vi sono state date le qualità:

a te la bellezza, all'aquila la forza, all'usignolo la melodia, al corvo l'augurio, alla cornacchia i presagi sinistri e tutti gli altri uccelli sono soddisfatti delle loro doti.
(By Maria D. )

non voler cercare di ottenere ciò che non ti è stato dato, affinché la speranza delusa non inciampi nella lamentela

Versione tratta da Fedro

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