Il vitello e il bue

Vitulus pulcher, cui dominus iugum numquam imposuerat, ...

Un bel vitello, al quale mai il padrone aveva applicato il giogo, vide il bue che solcava i campi.

"Perché? - domanda il vitello - tolleri le corde? metti giù il gioco e consegnati all'ozio! Vieni con me: potremo correre nelle erbe floride e nella fresca ombra dei boschi riposare". Ma il bue trascurando le parole del vitello e senza alcuna ira rivoltava i campi fino a sera con il vomere.

Allora deponeva l'aratro e sfinito si sdraiava fiaccamente sul giaciglio erboso. Poco dopo tempo vide il vitello in lacci presso l'altare sacro e vicino l'animale, un sacerdote che teneva un pugnale. Allora il bue: "L'indulgenza del padrone fu senza dubbio triste - afferma - che ti rese ignaro del nostro gioco, ma ti ha destinato all'altare del sacrificio.

Giova quindi sopportare i lavori pesanti piuttosto che compiacersi con l'ozio che presto conduce alla sventura". La sorte degli uomini è simile: coloro che sono felici spesso sono afferrati dalla rapida morte.
(by Cesca21)

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