Insofferenza per le esagerazioni

Si quis e mollissimis stratis cubiculoque percommodo matutinus egrediens nocturno gelu lacunarum dorsa obriguisse ...sed se nec parva tolerare sufficere probaretur. da Orosio

Se qualcuno di buon mattino alzandosi da un letto assai morbido e da una camera da letto assai confortevole per il gelo notturno della laguna sentisse dei brividi lungo la schiena vedrebbe il ghiacciarsi delle piante e sentendo l'inaspettata visione affermerebbe "oggi fa freddo": questo non mi parrebbe affatto da rimproverare in nessun modo, poichè si è espresso o per abitudine comune o per propria opinione. Ma se rifugiandosi ansioso in camera e riparandosi con le coperte o maggiormente nascosto gridasse, che senza dubbio vi è un tale gelo quanto un tempo non era esistito neppure sull'Appennino, quando Annibale bloccato e tormentato dalla neve perse elefanti, cavalli e la maggior parte del suo esercito:

non solo io non tollererei per le sue licenze infantili questo schifitoso mentre parla in tale modo, ma anche lo caccerei fuori dalle sue stesse coperte, testimoni della sua cedevolezza, al cospetto pubblico della popolazione, e gli farei vedere portandolo  fuori casa ai bambini canzonatori, divertiti e sudati per il suo freddo dentro e fuori casa, perché si dimostrasse con i fatti che la verbosa superficialità alterata da un carattere difficile da compiacere con il passare del tempo non è di per sé aggressività ma inadeguatezza e che nella comparazione delle cose si dimostrava sufficiente che gli antenati non tollerassero di dover giudicare le piccole cose ma che non le ritenevano di poco conto.

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