Ippomene e Atalanta (II)

Tandem Atalanta a Hippomene Megareo dolo victa est. Is enim a Venere mala tria (tre, acc n plur) insignis pulchritudinis acceperat et in certamine eă inter puellae pedes iactavit et eius impetum ("impeto", acc.) alligavit.

Virgo enim ob malorum venustatem restitit et, dum mala colligit et respicit, iuveni victoriam dedit.

Ergo victori Schoeneus libenter filiam suam uxorem dedit. Virginem Hippomenes (nom.) in patriam suam duxit sed, oblitus ("avendo dimenticato" + gen.) beneficii Veneris, gratias ei non egit et eius iram movit.

Ergo, dum Hippomenes in monte Parnaso lovi Victori hostias immolat, Venus eum in leonem convertit.

Tuttavia Atalanta fu vinta con l'inganno da Ippomene (figlio di) Megareo. Egli infatti aveva ricevuto da Venere tre mele di straordinaria bellezza ed egli le lanciò durante la gara tra i piedi della fanciulla e frenò il suo impeto.

La ragazza infatti si fermò a causa delle bellezza delle mele e mentre ella raccoglie(va) e osserva(va) le mele, diede la vittoria al giovane.

Dunque Scheneo diede volentieri come moglie al vincitore sua figlia. Hippomene condusse la ragazza nella sua patria ma, avendo dimenticato il beneficio di Venere, non ringraziò Venere e suscitò la sua ira.

Quindi, mentre Ippomene immola vittime a Giove Vincitore sul monte Parnaso, Venere lo tramutò in un leone.
(by Vogue)

Versione tratta da Igino

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