L'amara fine di Annibale
Cum legati Prusiae, Bithyniae regis, Romae sub vespertini ... Hannibal magno maerore affectus est et mortem statim sibi conscivit veneno, quod secum solebat habere.
Quando gli ambasciatori di Prusia, del re di Bitinia, verso sera cenavano da Quinto Flaminio a Roma, dubitavano che Annibale fosse davvero in quella regione.
Allora, uno di loro, ricordato Annibale, confermò che quello viveva in Bitinia. Riportata la cosa in senato immediatamente i padri (senatori) dissero che i legati dovevano recarsi in Bitinia affinché Annibale si arrendesse a loro. I senatori sapevano in realtà per certo che con Annibale vivo/essendo vivo Annibale, lo stato era in pericolo.
Dunque il Re di Prusia per obbedire ai senatori romani, non esitarono a tradire l'ospite e (a rivelare) e mostrò agli ambasciatori il luogo nel quale Annibale stava nascosto.
Allora gli ambasciatori il giorno seguente con una grande moltitudine di armati circondarono il condottiero cartaginese. Annibale, saputo il tradimento, fu afflitto da un grande dolore e subito si diede la morte con un veleno che era solito avere con sé.
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