L'asino e la pecora
“Nemo ignorat”, dicebat olim ovis asello, “vitam nostram multo beatiorem quam tuam esse. Nam nos a domino liberare per vasta pascua...Concedo igitur sine dubio vitam meam miseram esse, sed eam longe optabiliorem quam beatissimam vestram existimo”
"Nessuno è all'oscuro" diceva una volta una pecora ad un asinello, "che la nostra vita è molto più fortunata della tua. Infatti noi veniamo liberate dal padrone per pascolare per gli estesi pascoli e per i prati assai rigogliosi, dove possiamo brucare un' erba assai dolce e bere dell'acqua assai gradevole;
tu al contrario trascorri la vita in modo penoso tra durissime fatiche. Inoltre noi veniamo accarezzate dal padrone e veniamo difese dai cani dalle insidie dei lupi, tu invece molto spesso vieni frustato; ritengo dunque che noi conosciamo i piaceri della vita e che tu (conosci) solo le percosse del bastone.
Ma ritengo senza dubbio che nessuno riconosca anche voi; l'asinello rispose tranquillamente: "Quando sarete grasse, sarete portate via dal padrone da qui e non ritornerete mai all'amato ovile o ai fiorenti pascoli, ma sarete preparate per le tavole dei commensali; molto spesso infatti ho portato su di me al mercato la pelle di numerose pecore.
Ammetto dunque senza dubbio che la mia vita è miserabile, ma la reputo lungamente più desiderabile della vostra assai piacevole."
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