L'astuto eroismo di Spurio Postumio

Deliberante senatu de pace Caudina, Posthumius sententiam dicere iussus est: «Turpi sponsione», inquit, «qua me obstrinxi, non tenetur...

Deliberando il senato in merito alla pace caudina, si ordinò che Postumio si esprimesse (esponesse il parere)

disse: "Il popolo romano non sia tenuto da una turpe promessa, per mezzo della quale io mi sono legato, quando fu fatta senza il suo ordine: in base a questa non dev'essere dato ai Sanniti alcuna cosa se non il mio corpo. Consegnatemi a loro nudo e legato: che s'incrudeliscano solo su di me: libererò il popolo con la religiosità. " Si racconta che il senato ammirando una tale grandezza d'animo lodò Postumio, seguirono la sua idea. Dunque Postumio venne consegnato ai venti sacerdoti, per condurlo presso i Sanniti.

A lui fu strappata la veste; (gli) furono legate le mani dietro la schiena: e l'araldo, legando Postumio senza costrizione, per la verecondia della sua maestà lo stesso Postumio disse: "Anzi tu lega la cinta, affinché si dica a ragione che è avvenuta la resa". Allora non appena giunse nell'adunanza dei Sanniti, fatta la resa, Postumio percosse quanto più potè con forza il ginocchio e la coscia di un sacerdote e disse a chiara voce che era un cittadino sannita, che quel legato il sacerdote era stato violato da lui stesso contrariamente al diritto delle genti: che sarebbe stato più giusto di ciò la guerra contro i Sanniti.

Dicono che questa resa non fu accettata dai Sanniti, e che Postumio ritornò inviolato nell'accampamento romano.
(By Maria D. )

Versione tratta da Lhomond

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