L'auctoritas della vecchiaia
Hac igitur fortuna frui licet senibus, nec aetas impedit, quo minus et ceterarum rerum et in primisagri colendi studia teneamus usque ad ultimum tempus senectutis....
È dunque lecito agli anziani godere di tale fortuna, né l'età impedisce, di sostenere le applicazioni di tutte le altre cose e in primo luogo di coltivare il campo fino all'ultimo istante della vecchiaia.
In effetti sappiamo che M Valerio Corvino visse fino a 99 anni (al centesimo anno), essendo nei campi e coltivandoli in età già avanzata; perciò l'estrema vecchiaia di costui fu più beata di quella di mezzo, perché aveva più autorità, meno lavoro; l'apice è in verità l'autorità della vecchiaia.
Quanta ve ne fu in L Cecilio Metello, quanta in A Attilio Calatino verso cui c'è quell'elogio: "Moltissime genti sono d'accordo che solo quest'uomo fu il primo del popolo". È noto il carme inciso nel sepolcro. Quale uomo recentemente P Crasso, Pontefice Massimo, quale poi m lepido onorato dello stesso sacerdozio, abbiamo visto!. Cosa dovrei dire su paolo o sull'Africano o, come già prima, su massimo?
L'autorità non risiede solo nel loro giudizio, ma anche nel loro cenno. La vecchiaia, soprattutto onorata, ha tanta autorità, che questa è di maggior valore rispetto a tutti i piaceri dell'adolescenza.
(By Maria D.)
Versione tratta da Cicerone, Cato Maior de senectute
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