L'imperatore Tacito, un oculato amministratore delle finanze dello Stato
Patrimonium suum publicavit, quod habuit in reditibus, sestertium bis milies octingenties....
Rese pubblico il suo patrimonio, che ebbe grazie ai proventi, 28 milioni di sesterzi, utilizzò il denaro, che aveva conservato a casa, per lo stipendio dei soldati.
Usò le toghe e le stesse tuniche che usava da privato. Ordinò a tutti di chiudere le terme dinanzi a Luceria, affinché non sorgesse qualche sedizione durante la notte. Ordinò a Cornelio Tacito, scrittore della storia augustea, cosa che avrebbe detto uno stesso suo parente, di collocarsi in tutte le biblioteche e, affinché non andasse perduto per l'incuria dei lettori, ordinò di scrivere un libro ogni dieci anni per l'utilità pubblica.
Donò dal proprio agli ostiensi cento colonne numidiche di venti e trenta piedi ciascuna.
valutò i possedimenti, che ebbe in Mauritania, per i tetti riparati del campidoglio. Dedicò l'argento mensile, che aveva come privato, ai servizi dei banchetti. Congedò dal potere tutti i servi urbani di entrambi i sessi, non più di cento.
(By Maria D. )
Versione tratta dalla Historia Augusta
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