L'imposta sul celibato
Cum Romae ob continua et diuturna bella minor factus esset numerus hominum, qui ad arma ferenda et ad rem publicam defendendam apti essent,...
Poiché a Roma, a causa delle continue ed infinitei guerre era diventato alquanto esiguo il numero di uomini che fossero adatti a portare le armi e a difendere lo Stato, i censori Camillo e Postumio decretarono che, a titolo di imposta, dovesse essere versato del denaro all'erario da coloro, che fossero arrivati alla vecchiaia celibi o senza figli. E quella legge sembrò tanto giusta e utile allo Stato che fu stabilito che dovessero essere puniti quelli che osassero lamentarsi di essa. Infatti in questo modo erano rimproverati: "La natura scrive agli uomini la legge come di nascere, così di generare e i vostri genitori, allevandovi ed educandovi, vi impegnarono con il debito a generare e nutrire i nipoti.
Voi dovete obbedire a questa legge con piacere, se nei vostri animi vi è qualcosa del pudore e dell'amore della patria.
A ciò si aggiunge il fatto che voi avete ottenuto un lungo esonero del dovere, e, non prendendo moglie, e non generando figli, avete consumato i vostri anni privi del titolo di marito e genitore, e in nessun modo avete avuto cura della salvezza e del progresso dello Stato.
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