La forza dell'amicizia
Damon et Phintias, Pythagoricae doctrinae discipuli, fidelem inter se amicitiam iunxerant.
Olim quia Dionysius, Syracusarum tyrannus, statuěrat unum ex iis interficere, amicus eius se dedit vadem, dum ille ante mortem domum suam remeat et sua bona ordinat. Itaque magno periculo propter amicitiam ille se exposuit.
Postquam sol occiděrat nec ille redibat, omnes stultitiam temerarii sponsoris damnabant, sed is nullum timorem de se ostendebat. Tandem, cum hora a tyranno constituta vēnit, amicus remeavit. Dionysius tum horum animos commendavit et supplicium statim remisit.
Amicitia enim paene tantam vim quantam di immortales habent: di enim publicam salutem servant, amicitia privatam, atque ut illorum aedes sacra domicilia, ita huius fida hominum pectora templa sunt.
Damone e Finzia, discepoli della dottrina pitagorica, avevano stipulato un'amicizia fedele tra di loro.
Una volta dato che Dionisio, tiranno di Siracusa, aveva deciso di uccidere uno di loro, l'amico si offrì garante di questo (costui), mentre quello tornava a casa sua prima della morte e sistemava i suoi beni. E così quello per l'amicizia si espose ad un grande pericolo.
Dopo che il sole era tramontato quello non ritornava, tutti condannavano la stoltezza del temerario garante, ma questi non mostrava alcun timore in merito a se stesso. Alla fine, quando giunse l'ora stabilita dal tiranno, l'amico ritornò. Dionisio allora raccomandò gli animi di costoro e depose subito il supplizio. L'amicizia ha infatti tanta forza quanta la hanno gli dèi immortali:
gli dèi infatti preservano la salvezza pubblica, l'amicizia quella privata, e come le dimore di quelli sono sacri domicili, così i templi sono i cuori fedeli degli uomini di questa.
(By Maria D.)
Versione tratta da Valerio Massimo
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