La pazienza di Socrate
Erat Socrati discipulus Alcibiades, iuvenis acri ingenio: olim eum, vastitatem praediorum ipsius iactantem, duxit Socrates ante tabulam descriptione terrae depictam, deinde iussit eum agros suos indicare.
Ei respondenti praedia eius in tabula non esse depicta, dixit: «Agrorum possessione etiam superbies, cum (“mentre”) tam parva terra tibi est?». Aequo animo tolerabat Socrătes etiam Xanthippem (acc) uxorem: nam constat eam morosam admodum fuisse et iurgiosam.
Quod Atheniensibus fas erat uxorem ex matrimonio expellere, Alcibiades magistrum suum interrogavit: «Cur (“Perché") mulierem tam acerbam domo non exigis?». Respondit ille se, petulantiam et inurias uxoris sponte tolerantem, ceterorum quoque vitia facilius ("più facilmente") toleraturum esse et tali usu patientiam suam numquam victum iri.
Socrate aveva come discepolo Alcibiade, un giovane di acuto ingegno: una volta Socrate condusse costui, che ostentava la vastità dei poderi dello stesso, dinanzi al quadro relativamente alla descrizione della terra, poi gli ordinò di indicare i suoi campi.
A costui che rispondeva che i suoi poderi non erano dipinti sul quadro, disse: "Sarai fiero ancora del possesso dei campi, mentre tu hai una terra tanto piccola". Socrate sopportava con animo sereno anche la moglie Santippe: infatti è evidente che quella era stata molto intrattabile e litigiosa.
Dato che agli ateniesi era permesso di escludere la moglie dal matrimonio, Alcibiade interrogò il suo maestro: "Perché non cacci via da casa una moglie tanto dura?" Quello rispose che lui, tollerando spontaneamente la petulanza e le ingiurie della moglie, avrebbe tollerato più facilmente i vizi di tutti gli altri e grazie a tale pratica la sua pazienza non sarebbe mai stata sconfitta.
(By Maria D. )
Versione tratta da Aulo Gellio
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