La solitudine del saggio
Solus vivebat Diogenes philosophus sine amicis, Athenis in ingenti paupertate vitam agens. Nullum hominem apud se, recipiebat, ... Diogenes, quamquam philosophus atque sapiens es, doles quod solus vivis?". Statim animum refacit et posthac expers omnis anxietatis suam solitudinem tolerans laetam vitam agit.
Il filosofo Diogene viveva solo senza amici, poiché, ad Atene, egli conduceva una vita in grandissima povertà.
non accoglieva alcun uomo presso di lui, e né alcun cittadino lo invitava al banchetto, Perché Diogene prendeva in giro le cose che dicevano e che facevano tutti gli altri. Tuttavia talvolta la noia affliggeva il filosofo perché conduceva una vita solitaria. Una volta, mentre cenava triste, vide un topo che correva lesto qua e là e che raccoglieva le molliche di pane gettate dalla mensa.
In un primo momento il filosofo rivolse l'attenzione all'allegro animale e e che non desiderava nessun'altro bene; poi, valutando la propria vita triste, sorrise ed esclamò: "Questo sorcio, non desiderando né la comunanza degli Ateniesi né i loro discorsi si accontenta del minimo;
tu invece, Diogene, sebbene sei un filosofo ed un saggio, ti duoli per il fatto che vivi da solo?" Subito risollevò l'animo e da quel momento in poi trascorse una vita lieta privo di ogni ansietà tollerando la propria solitudine. (By Maria D.)
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