Lavinia e Turno

Cum nondum in Italiam Aeneas classem appulerat cum Troianis ex Asia profugis, in Latio regnabat rex Latinus, qui  in matrimonium duxerat Amatam et filiam eximiae formae genuerat....

Quando Enea non era ancora approdato in Italia con i Troiani profughi dall'Asia, nel Lazio regnava il re Latino, che aveva condotto in matrimonio Amata e aveva generato una figlia di straordinaria bellezza.

Il nome della figlia fu Lavinia. Quando la fanciulla divenne adulta la regina promise sua figlia a Turno, re dei Rutuli, e stabilì il giorno delle solenni nozze.  Allora Turno andò nel Lazio con doni nuziali dal re Latino e e per le nozze stabilite. Ma, poiché agli dei immortali non erano gradite le nozze, con un improvviso prodigio sconvolsero e impedirono il matrimonio di Lavinia e Turno.

Infatti all'improvviso le fiamme infiammarono la lunga capigliatura e la gemmata corona della vergine ma che tuttavia non bruciarono la fanciulla. Poiché il portento aveva turbato l'animo di Turo e dei parenti, Latino andò nel vicino bosco, dovere c'era un altare sacro ed interrogò dei sulle nozze interrotte.

Gli dei con chiare parole rivelarono al padre la loro volontà e così attraverso l'aruspice risposero: "Tua figlia. o re latino, sarà una moglie straniera. Poco dopo Enea approdò la flotta alle Coste latine (del Lazio) e condusse in sposa Lavinia. Turno tuttavia non tollerò una così grande ingiuria e mosse guerra a Latino e ad Enea.

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