Le genti della Gallia - Pomponio Mela versione latino

Le genti della Gallia Pomponio
Mela versione latino e traduzione

Gentes superbae, superstitiosae, aliquando etiam immanes adeo, ut hominem optimam et gratissimam Diis victimam caederent....

Le popolazioni galliche sono superstiziose e superbe, talvolta anche immani a tal punto che credevano l'uomo ottima e molto gradita vittima per gli dei. Rimangono ancora le tracce di una barbarie non più praticata e se anche si trattengono dalla strage, tuttavia viene ancora sparso il sangue delle vittime condotte all’altare.

Hanno nonostante ciò un loro genere di eloquenza, e insegnanti di saggezza, chiamati druidi. Essi dichiarano di conoscere la forma e la grandezza del mondo, i movimenti dei pianeti e delle stelle e la volontà degli dèi. Impartiscono molti insegnamenti ai nobili galli, in un corso di studi che dura vent’anni, e si incontrano in segreto in una grotta o in balze isolate.

Uno dei loro precetti è stato reso di pubblico, evidentemente per spingere la popolazione al combattimento. Che le anime sono immortali e che esiste una seconda vita nel regno dell’Oltretomba.

Questa è la ragione per cui bruciano e seppelliscono con i loro morti le cose di cui avevano bisogno da vivi. Una volta rimandavano alla seconda vita anche la conclusione degli affari e la riscossione dei crediti. E vi era anche chi si gettava spontaneamente sulle pire dei propri defunti, per dividere con loro la nuova vita.

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