Le nozze di Cupido e Psiche

Iuppiter ambrosiae poculum puellae porrexit et dixit: "Sume, puella, et immortalis es: numquam te Cupido relinquet, sed vestrae nuptiae perpetuae erunt". Nec mora fuit, sed lauta cena nuptialis exhibita est....

Giove porse una coppa d'ambrosia alla fanciulla e disse: "Bevi o fanciulla e diventa immortale: mai Cupido ti abbandonerà, ma le vostre nozze saranno eterne. Non ci fu indugio ma fu offerta una lauta cena nuziale. Il marito si stendeva al triclinio e Psiche era vicino a Cupido. Così anche Giove con sua moglie Giunone e poi in ordine tutti gli dei. Versava a Giove una coppa di nettare, vino degli dei, un certo suo coppiere, il fanciullo Ganimede , invece agli altri [lo versava] Bacco (o Libero), Vulcano cuoceva la cena; Le Ore tingevano tutti di rosso con le rose e altri fiori, le Grazie spargevano balsami, anche le Muse suonavano canti. Apollo suonò la cetra, l'affascinante Venere danzò alla soave musica. Le Muse cantarono (perf. di cano) un coro, Satiro soffiava dentro i flauti e Panisco si dedicava alla zampogna. Così Psiche sposò Cupido (lett. giunse in mano di Cupido) secondo i riti. Dopo dai coniugi fu concepita anche una figlia e la figlia la chiamiamo "Volontà".
(by Vogue)

Versione tratta da Apuleio

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