Le oche del Campidoglio
Nota est fabula de Capitolii anseribus, qui, dum Galli urbem ferro ignique vastant et Capitolium obsident,...Ex illo tempore anseres Capitolii a Romanis honorati sunt et Manlius, quia tanta fortitudine urbis arcem defenderat.
E’ noto il mito sulle oche del Campidoglio, le quali, mentre i Galli mettono a ferro e fuoco la città e mettono sotto assedio il Campidoglio, salvarono, con le loro strida, la rocca dove si erano rifugiati gli anziani con donne e fanciulli.
Infatti i barbari nottetempo si erano avvicinati al colle e già erano arrivati alle mura della rocca, ma le oche, sacre a Giunone, avvertivano (ălo, is, ălŭi, altum (o ălĭtum), ĕre) Manlio, che era guardia del posto e dormiva placidamente e con un fragoroso strepitio lo risvegliarono dal sonno.
Immediatamente Manlio scosse i commilitoni assopiti nel sonno e li chiamò alle armi. Le tenebre della notte erano dense perché la luna nuova non brillava fra gli astri. Tuttavia Manlio e i commilitoni combatterono col massimo ardore e poterono respingere i barbari che già scardinavano (effringo, is, frēgi, fractum, ĕre) la porta della rocca.
Così le oche, con le loro strida, furono la causa della salvezza del Campidoglio assieme ai difensori e a tutti i cittadini. Da allora le oche del Campidoglio e Manlio, che con tanto valore aveva difeso la rocca della città, vengono onorati dai Romani. (by Geppetto)
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