Le ville di Plinio sul lago di Como
His temporibus nos similes sumus, quia uterque nostrum aedificat: tu ad mare, ego ad Larium lacum.
Huius in litõre multae meae ville sunt, sed duae me delectant: altera, imposita saxis, lacum prospicit, altera lacum (acc. ) tangit. Itaque illam Tragoediam appello, hanc Comoediam quia illa quasi cothurnis, hanc quasi socculis sustinetur.
Utraque illarum suam amoenitatem praebet mihi possidenti ("che ne sono il padrone"): illic recta gestatio longo limite super litus extenditur, hic spatioso xysto leviter inflectitur; illa lacus fluctus ("le acque del lago") non sentit, haec frangit;
ex illa piscatores despicere potes ("puoi"), ex hac tu quoque hamum de cubiculo ac paene etiam de lectulo, ut e navicula, iacere potes ("puoi"). Ita ambae ("entrambe", nom. ) mihi quietem ac diutinam delectationem valde praebent.
In questi tempi noi siamo simili, poichè ciascuno dei due costruisce ciò che ci appartiene (nostrum):
tu al mare, io al Lago di Como. Sulla sua riva ci sono molte mie ville, ma mi dilettano due: una è posta sopra delle rocce, guarda il lago; l’altra tocca il lago. E così, io chiamo quella “tragedia”, e questa “commedia” perché viene sostenuta, per così dire, da dei coturni (calzari greci), la seconda [perché questa viene sorretta] come da sandaletti.
Entrambe offrono la loro attrattiva a me che ne sono il padrone; In quel luogo un viale rettilineo si estente per un lungo percorso sopra il litorale qui si curva leggermente con una spaziosa terrazza: quella non sente le acquae del lago, questa le fende; da quella puoi osservare i pescatori, da questa tu puoi anche giacere a letto e gettare l'amo fuori dalla camera da letto o anche dal tetto come da una barca.
E così entrambe mi offrono molta quiete e interminabile diletto.
(By Vogue)
Versione tratta da Plinio il Giovane
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