L'imperatore Costantino - VERSIONE latino e traduzione
Innumerae in Costantino animi corporisque virtutes claruerunt. Militaris gloriae adpetentissimus, vir fuit fortuna in bellis prospera....
L'imperatore Costantino Versione latino Eutropio
DUE VERSIONI STESSO TITOLO
Una liberamente tratta, un'altra da Eutropio
Le virtù di Costantino divennero innumerevoli nelle virtù nell' animo del corpo. Desiderosissimo della gloria militare, l’uomo ebbe fortuna favorevole nelle guerre.
Era dedito alle arti civili e agli studi liberali. Promulgò molte leggi, qualcuna giusta, alcune superflue, alcune severe, per primo innalzò la città che portava il suo nome a tanta gloria, da renderla emula di Roma. Mentre preparava una guerra contro i Parti, che ormai logoravano la Mesopotamia, nel trentunesimo anno del suo regno e a sessantacinque anni di età, morì a Nicomedia.
La sua morte fu annunciata da una stella cometa, che di straordinaria grandezza brillò per molto tempo. Questa è chiamata la cometa dei Greci. Promulgò molte leggi, alcune buone e giuste, le più superflue, alcune severe, e primo tentò di innalzare la città del suo nome a tanto fastigio da farne l'emula di Roma. Preparando la guerra contro i Parti che già opprimevano la Mesopotamia, morì a Nicomedia in una pubblica villa l'anno trentunesimo d'impero, sessantesimo sesto d'età.
La sua morte fu annunziata anche da una stella crinita che d'insolita grandezza splendette alcun tempo: i Greci la chiamano cometa. E meritò di essere ascritto fra gli Dei.
ALTRA VERSIONE CON LO STESSO TITOLO
Romae prope Colosseum est arcus triumphalis quem senatus ad honorem imperatoris Constantini aedificavit....
A Roma presso il Colosseo vi è un arco trionfale che il Senato eresse in onore dell'imperatore Costantino.
Nel terzo secolo dopo Cristo l'impero romano, che Augusto aveva fondato e rafforzato, era tormentato da molte guerre sia interne che esterne. Allora Costantino, nominato imperatore dalle sue legioni, marciò dalla Gallia a Roma e calmò le discordie. Dopo, abbandonata la città, condusse l'esercito in Germania, dove alcune tribù dei Germani avevano attraversato il Reno ed erano penetrate nei confini dell'impero.
Vinti i Germani e cacciati al di là del Reno, Costantino ritornò a Roma, dove non molto lontano dalla città sconfisse Massenzio, suo avversario, presso il ponte Milvio e restituì la pace all'impero. Su questa vittoria è famoso il sogno che l'imperatore di notte fece prima della battaglia, infatti mentre Costantino dormiva apparve una croce in cielo e una voce celeste nelle tenebre tuonò dicendo:
"Con questo segno vincerai". Il giorno dopo Costantino, inciso il segno della croce sugli scudi dei suoi soldati, iniziò il combattimento ed ottenne la vittoria.
Versione e traduzione dal libro Sistema latino
Brillarono innumerevoli pregi d'animo e di corpo in lui. Avidissimo di gloria militare, la fortuna in guerra gli fu favorevole, però così da non superare l'abilità.
Che dopo la guerra civile sconfisse in vario modo anche i Goti concedendo loro al fine la pace, e lasciò presso i barbari gran memoria riconoscente. Dedito alle arti civili e agli studi liberali, avido di un giusto amore che cercò da tutti e con la liberalità e l'affidabilità, come indifferente verso alcuni amici, così fu buono verso gli altri, non trascurando alcuna occasione per renderli più ricchi e onorati.
Promulgò molte leggi, alcune buone e giuste, le più superflue, alcune severe, e primo tentò di innalzare la città del suo nome a tanto fastigio da farne l'emula di Roma.
Preparando la guerra contro i Parti che già opprimevano la Mesopotamia, morì a Nicomedia in una pubblica villa l'anno trentunesimo d'impero, sessantesimo sesto d'età.
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