L'incredibile crudeltà di un generale troppo rigoroso - Versione gradus facere

L'incredibile crudeltà di un generale troppo rigoroso
Versione di latino da gradus facere

Gnaeo Pisone rigor nimius placebat. Olim miles cum commilitione e castris discesserat neque cum eo revenerat.

Dux iratus ad mortem militem duci iussit, putans eum mortis commillitonis fontem esse. Postero die damnatus miles extra vallum ductus est et iam cervicem carnifici porrigebat, cum repente supervenit ille miles miles quem occisum esse dicebant. Tum centurio supplicio praepositus, laetus reditu eius, iussit carnificem gladium reponere. Commilitones ingenti concursu et magno gaudio totius exercitus ad Pisonem deducti sunt. Ille conscendit tribunal furens, utrumque ad mortem duci iussit atque etiam centurionem qui damnatum militem reduxerat: <<Te>>, inquit, <<occidam, quia iam damnatus es; te, quia causa damnationis commilitoni fuisti; te, quia occidere iussus militem, imperatori non paruisti>>.
A Gneo Pisone (era troppo gradito il rigore) piaceva molto il rigore.

Una volta un soldato con un commilitone si era allontanato dall'accampamento e non era ritornato con lui. Il comandante irritato ordinò che il soldato fosse condotto a morte, reputando che lui fosse la causa della morte del commilitone. Il giorno seguente il soldato condannato (damno) fu condotto fuori dalla trincea e già porgeva la testa al carnefice, quando repentinamente sopraggiunge lo stesso soldato che dicevano fosse stato ucciso. Allora il centurione fermato il supplizio, lieto per il suo ritorno, ordinò che il carnefice riponesse la spada. I commilitoni con straordinaria corsa e grande contentezza di tutto l'esercito furono portati da Pisone.

Quello salì furente sulla tribuna del camandante ed ordinò che fossero entrambi condotti a morte anche il centurione che aveva salvato il soldato condannato (e) disse: "Io ucciderò te perché tu sei già condannato, (ucciderò) te perché fosti causa di dannazione per i commilitoni, (e ucciderò pure) te perché nonostante avessi ricevuto l'ordine (letteralemente: ordinato di uccidere) di uccidere il soldato non hai obbedito al comandante

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