L'inganno di Ulisse - VERSIONE latino e traduzione

L'inganno di Ulisse versione latino e traduzione

Cum Graeci Troiam frustra obsiderent iam decimum annum neque urbis moenia expugnare potuissent, Ulixis fraudem atque dolum adhibuerunt....

Altra versione stesso titolo dal libro il nuovo Latina Lectio
Pater qualia passum sum ab execrabili illo hospite qui me postquam inebriavit ...
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L'inganno di Ulisse versione latino e traduzione

Poiché i Greci assediavano invano Troia già da nove anni e non erano riusciti ad espugnare le mura della città, ricorsero all'inganno e all'astuzia di Ulisse.

Egli, infatti, aveva costruito un cavallo di legno di straordinaria grandezza e l'aveva posto sulla spiaggia. L'astuto condottiero si nascose lui stesso nel ventre cavo del cavallo con alcuni compagni, mentre la flotta dei Greci navigava verso l'isola di Tenedo, come se stesse ritornando in patria. Non appena i Troiani videro la spiaggia deserta, esultarono con grande gioia e decisero di portare il cavallo di legno in città e di collocarlo sulla rocca affinché costituisse un perenne ricordo della loro salvezza.

Invano Laocoonte, sacerdote di Nettuno, temendo un inganno dei Greci, esortò i suoi concittadini affinché non introducessero la mole del cavallo nelle mura della città e, piuttosto, lo distruggessero con le fiamme. Tuttavia i Troiani non obbedirono alle parole di Laocoonte e collocarono il cavallo sulla rocca. Quando poi sopraggiunse la notte e tutti riposavano in città ignari, durante il sonno, delle future disgrazie, Ulisse con i compagni balzò fuori dalle compagini di legno del cavallo e, dopo aver ucciso i custodi della rocca, discese verso le mura ad aprire le porte della città di Troia.

Allora i Greci, dopo essere ritornati dall'isola dove si erano nascosti, irruppero nelle mura e distrussero tutta la città.

Altra versione stesso titolo dal libro il nuovo Latina Lectio
Pater qualia passum sum ab execrabili illo hospite qui me postquam inebriavit ...
Traduzione latina lectio

0 padre! Che trattamento ho dovuto subire da quell' ospite esecrabile che, dopo avermi fatto ubriacare, mi ha accecato aggredendomi mentre dormivo!

Infatti, di ritorno dal pascolo, sorpresi nel mio antro parecchi uomini che avevano messo I' occhio sul mio gregge. Dopo che ebbi messo all' ingresso un enorme masso a chiudere l'entrata ed ebbi acceso il fuoco con una pianta che avevo portato con me dalla montagna, mi accorsi che cercavano di nascondersi.

Devo dire che me ne sono presi e mangiati qualcuno di loro, come era giusto trattandosi di ladri. Allora quell' uomo astutissimo - sia che fosse Nessuno sia che fosse Ulisse: infatti, per raggirarmi, aveva detto che si chiamava Nessuno - mi da non so che droga, dolce e di odore gradevole, ma quanto mai insidiosa. Infatti, dopo averla bevuta, ho visto subito girarmi tutto davanti agli occhi e la caverna stessa che si ribaltava, in una parola non ero più padrone di me stesso.

Alla fine, fui preso dal sonno. D'altra parte quello, con piolo appuntito ed acceso, mi ha cavato I' occhio mentre dormivo, e da quel momento io sono cieco

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