Lo scontro gli Orazi e i Curiazi - versione latino e traduzione

Lo scontro gli Orazi e i Curiazi
Autore: sconosciuto
Nuovo tradurre dal latino

Cum inter Romanos et Albanos bellum exortum esset, Tullus Hostilius, Romanorum rex, et Mettius Fufetius, Albanorum re x, constituerunt ut res singulari certamine finiretur.

Erant apud Romanos trigemini fratres, Horatii nomine, tres apud Albanos, quibus nomen erat Curiatii: iis fortuna belli, duorum regum consensu, commissa est. Primo impetu duo ex fratribus Romanis ceciderunt, tres autem Albani leviter vulnerati sunt. Unus Horatius, quamquam integer erat, certamen continuare ausus non est, quia tribus impar erat, sed, fuga simulata, singulos hostes, qui eum secuti erant, interfecit.
Cum postea, spoliis onustus, Romam reverteretur, in sororem, quae uni ex Curiatiis desponsa erat, incidit.
Cum virgo paludamentum sponsi, quod ipsa confecerat, super umeros fratris vidit, crines solvit et flebiter ploravit iuvenem sibi raptum. Qua re iratus, frater eam gladio interfecit.

Cum apud duumviros condemnatus esset, Tulli hortatu ad populum provocavit qui Horatium magis admiratione eius virtutis in certamine quam iure causae absolvit. Dopo che scoppiò la guerra tra Romani e Albani, Tullio Ostilio, re dei romani e Mezio fufezio re degli albani stabilirono che il conflitto fosse risolto con un singolo duello. C’erano presso i romani tre fratelli gemelli di nome orazi e tre presso gli albani che avevano il nome di curiazi: la sorte della guerra fu affidata a quelli, per consenso dei due re. Al primo scontro caddero due dei fratelli romani, invece i tre albani furono feriti leggermente. Un solo orazio, sebbene fosse integro, non osò continuare lo scontro poiché era impari rispetto ai tre, ma, simulata la fuga, uccise uno per uno i nemici che lo avevano inseguito.

Mentre infine tornava a Roma carico delle spoglie, si imbattè nella sorella che aveva sposato uno dei curiazi. Quando la giovane vide sulle spalle del fratello la veste dello sposo che lei aveva fatto, si sciolse i capelli e pianse con lamenti il giovane che le era stato strappato. Adirato per questo, il fratello la uccise con la spada. Dopo che fu condannato presso i duumviri, per esortazione di Tullio, si appellò al popolo che assolse l’orazio più per l’ammirazione del suo coraggio nel duello che per il diritto del processo.

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