Marte, il progenitore dei Romani

Mars armipotens belli fera munera regebat et idem clipeum, hastam cassidemque gerebat, quibus ipse saepe in acie bellavit....

Marte potente nelle armi reggeva i simboli feroci della guerra ed egli stesso portava lo scudo, la lancia e l'elmo, con cui egli stesso spesso guerreggiò in battaglia.

Talvolta in verità agiva inerme, quando la ferita di un amore lo sottometteva. Una volta una sacerdotessa romana, Rea Silvia, una vergine vestale, che era figlia di Numitore, cercava le acque presso il fiume. Poi, dato che era stanca, si sedette a terra e si addormentò.

Marte la vide, subito se ne innamorò e giacque con lei. Non appena sfumò il suo sonno, ella stessa era pesante: ora si capisce in grembo c'era il fondatore della città romana. Inoltre la fanciulla, durante quel sonno, aveva visto cose straordinarie; c'erano due palme, una delle quali era più grande. Questa proteggeva con i rami tutto il mondo e toccava le stelle;

allora lo zio di Rea Silvia, Amulio, stringeva il ferro su quelle palme, ma il picchio, uccello sacro a Marte, e la lupa combattevano in difesa dei tronchi gemelli e grazie a questi entrambe le palme furono sicure. Poi Silvia divenne madre: nacquero Romolo e Remo.
(By Maria D. )

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