Nerone: l'artista, il matricida, l'incendiario
Sed eo dedecore reliquum vitae egit, ut pudeat memorare huiuscemodi quempiam fuisse, nedum rectorem gentium....
Ma in un tale disonore trascorse ciò che rimaneva della vita, da provar vergogna nel ricordare che era stato una persona di tal genere, e non di meno rettore delle genti.
Costui Avendo iniziato a suonar la cetra durante l'assemblea, invenzione dei Greci, progredì a tal punto da non aver riguardo della pudicizia sua e degli altri. Molti tramandano che anche la madre Agrippina entrò in contatto con tali cose, per tutto il tempo che desiderò che il figlio si sottoponesse a qualsiasi scelleratezza ed ignominia di dominare anche con il furore queste cose.
In seguito a ciò Nerone morì. Dunque avendo distrutto con il matricidio ogni diritto e norma divina ed essendosi incrudelito più e ancor di più verso le persone migliori, molti congiurarono in un momento diverso di liberare lo stato. Questi sventati e distrutti, divenuto più crudele, aveva deciso di sradicare la città con un incendio, se non lanciate le fiere in massa sulla plebe, di togliere di mezzo il senato con la stessa morte, cercata una nuova sede per il regno.
E se Galba, che presidiava la Spagna, anche se di età anziana, non fosse sopraggiunto, indubbiamente non sarebbe stato realizzato un misfatto tanto grande. (By Maria D.)
Versione tratta da Aurelio Vittore
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