Nobili parole di un ambasciatore scita ad Alessandro - VERSIONE di latino e traduzione

Nobili parole di un ambasciatore scita ad Alessandro
Autore: sconosciuto tratta da Curzio Rufo

Alexander, concupiscis quae non capis. Ab Europa petis Asiam; transis in Europam: deinde, si humanum genus omne superaveris, cum silvis et nivibus et fluminibus ferisque bestiis gesturus es bellum?Tu ignoras arbores magnas diu crescere, una hora exstirpari?Stultus estqui fructus earum spectat, altitudinem non metitur.

Vide ne, dum ad cacumen pervenire contendis, cum ipsis ramis quos comprehenderis decidas. Leo quoque aliquando minimarum avium pabulum fuit: etiam ferrum rubino consumit. Nihil tam firmum est cui periculum non sit etiam ab invalido. Quid nobis tecum est?Numquam terram tuam attigimus. Quis sis, unde venias, licetne ignorare in vastis silvis vivenyibus?Nec servire ulli nec imperare desideramus.
Dona tibi data sunt, ne Scytharum gentem ignores: uggum boum et aratrum, sagitta, hasta, patera. His utimur et cum amicis et adversus inimicos. Fruges amicis damus boum labore quaesitas, patera cum iisdem
diis libamus; inmicos sagitta eminus, hasta comminus petimus. At tu, qui te gloriaris ad latrones persequendos venire, omnium gentium quas adisti, latro es. Lydia cepisti, Syriam occupasti, Persidem tenes, Bactrianos habes in protestate: nunc etiam ad pecora nostra avaras et insatiabiles manus porrigis!
Alessandro (tu) brami le cose che non riesci a prendere.

Dall’Europa ti dirigi in Asia, dall’Asia passi in Europa: poi, se avrai superato ogni stirpe umana, ti accingerai a far guerra con i boschi, le nevi, i fiumi e le bestie feroci. E che? Tu ignori che i grandi alberi impiegano molto tempo a crescere (lett. : crescono a lungo), (ma) vengono sradicati in una sola ora? È stolto colui che mira ai loro frutti, (ma) non (ne) misura l’altezza. Bada che, mentre ti sforzi di giungere in cima, non cada con (quegli) stessi rami che hai afferrato (altra traduzione: che avrai afferrato). Anche il leone talvolta è pasto di piccolissimi uccelli e la ruggine consuma il ferro. Niente è tanto solido da non poter essere messo in pericolo anche da un debole (lett. : al quale non sia un pericolo anche da un debole). Che cosa abbiamo a che fare noi con te? Non abbiamo mai toccato la tua terra. Non ci è forse lecito, vivendo in vaste foreste, ignorare chi sei, da dove vieni? Non possiamo essere schiavi di nessuno né desideriamo comandare (a nessuno). Ti sono stati offerti dei doni, affinché tu conosca fino in fondo (la natura del) popolo sciita: un giogo per (lett. di) buoi ( gen. è di pertinenza), un aratro, una freccia, un'asta, una patera ( coppa per sacrifici).

Di questi (arnesi) noi facciamo uso (utor + ablativo) sia con chi viene in pace, sia contro chi viene in guerra [(ett. con amici). Offriamo le messi, procacciate col lavoro dei buoi, a chi viene in pace; con la patera offriamo libagioni agli dei. A distanza colpiamo i nemici con la freccia, con l'asta lo affrontiamo nel corpo a corpo.
Ma tu - che millanti (gloriaris, meni vanto) di venire a punire dei predoni; sei tu (ad esserti rivelato) il (vero) ladro, (nei confronti) di tutti i popoli che hai affrontato (adeo). Hai soggiogato la Lidia, occupato la Siria; la Persia e la Battria possiedi; e ora protendi le tue avide ed insaziabili mani anche verso le nostre greggi.

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