Non si usino le armi contro gli avversari politici!

Irasci quidem vos mihi, Dolabella, pro re publica dicenti non oportebit. Quamquam te quidem id facturum non arbitror (novi facilitatem...

Non occorrerà, Dolabella, che voi in verità vi arrabbiate con me che mi sono espresso a favore dello stato.

Anche se in verità non credo che tu farai ciò (ho conosciuto la tua semplicità); dicono che il tuo collega in questa sua fortuna, che gli sembra buona, (per non dire qualcosa di più grave), se avesse imitato il consolato degli avi e di suo zio, mi sarebbe sembrato più fortunato), - ma ho udito che costui è diventato iracondo. Constato invece, quanto sia odioso avere questo stesso irato ed armato, soprattutto essendo accordato il così tanto utilizzo delle spade.

Ma proporrei il diritto, come suppongo, equo che non penso che M.Antonio ripudierà. Io, se avrò detto qualcosa contro la condotta di vita di costui o contro i costumi con oltraggio, non rifiuterò, che mi sia molto amico; se al contrario avrò conservato la mia consuetudine (che ho mantenuto sempre nello stato), cioè se avrò detto liberamente, quelle cose che sentirò in merito allo stato, implorerei prima di tutto, che egli non si adiri; poi, se non ottenessi ciò, chiederei che non si arrabbi così come un cittadino.

Dovrei utilizzare le armi, se fosse necessario così, come afferma, per difendersi; a coloro, i quali abbiano detto in favore dello stato, quelle cose che a questi stessi saranno sembrate opportune, tali armi non nuocerebbero. Cosa potrebbe essere proferito più equamente di tale richiesta?
(by Maria D.)

Versione tratta da Cicerone

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