Occorre agire senza indugio contro Antonio

Hanc vero taeterrimam beluam quis ferre potest aut quo modo? Quid est in Antonio praeter libidinem, crudelitatem, petulantiam, audaciam?...

Chi o in che modo in verità potrebbe tollerare questa bruttissima belva? Cosa c'è in Antonio eccetto la libidine, la crudeltà, la petulanza, l'audacia?

è imbastato di questi vizi. Nessun ingegno appare in lui, niente di moderato, niente di pudente, di pudico. Perciò, dato che la situazione è giunta ad un punto tale che si tratta di decidere se costui debba pagare il fio allo stato o se noi dovremmo vivere in schiavitù o se, una buona volta, per gli dèi immortali, i padri inscritti, dovremmo accogliere la virtù e il sentimento paterno, o affinché noi Romani recuperassimo la propria libertà e quella del genere e del nome o al fine di anteporre la morte alla schiavitù.

Molte cose, che in una libera città non sono probabili, noi dovremmo sopportare. Ma, se dobbiamo sopportare quelle cose che la necessità ci costringe a sopportare ed una certa forza quasi fatale, forse sopporteremo anche una bruttissima e crudelissima dominazione di questo impuro ladrone?

Voi aprirete le porte della città a questo ladrone e assassino? lo accoglierete qualche volta in città? offerta l'occasione, accordandosi il popolo Romano, con l'approvazione di tutti gli onesti, incitata tutta l'Italia alla libertà, non accoglierete il beneficio degli dèi immortali?
(By Maria D. )

Versione tratta da Cicerone

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