Orazio Coclite (prima parte)

Tarquinii ad Lartem Porsennam, Clusinum regem, perfugerant. Ibi miscendo consilium precesque nunc orabant, ne se, oriundos ex Etruscis,...

I Tarquinii si erano rifugiati presso Larte Porsenna, Re di Chiusi. In quel luogo mischiando il consiglio e le preghiere ora pregavano, di non tollerare che loro stessi, nati dagli Etruschi, essendo manchevoli dello stesso sangue e del nome, vivessero in esilio, ora gli suggerivano anche di non permettere che il costume orientale di respingere i re fosse invendicato. Persuasero Porsenna a tal punto che il Re giunse a Roma con l'esercito nemico. Essendo presente il nemico, ciascuno a difesa di se stesso si trasferì dai campi in città; fecero in modo tale che la stessa città fosse circondata da presidi.

Il Ponte Sublicio stava quasi per concedere il passaggio ai nemici, un uomo andò a difendere il luogo, Orazio Coclite. Questi, trovandosi per caso nel posto di guardia del ponte, avendo visto che il Gianicolo era stato occupato con un improvviso attacco e che da lì i nemici erano precipitati di corsa e che la trepida moltitudine dei suoi aveva lasciato le armi e le file, diede coraggio ai soldati così da poter rinfrancarli;

poi esortò ad interrompere il ponte con ferro e fuoco con qualsiasi forza possibile, dicendo che avrebbe sostenuto l'impeto dei nemici, per quanto con un sol corpo fosse stato possibile resistere.
(By Maria D. )

Versione tratta da Livio

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