Pan divinità dei boschi

Pan, quem (= che) Latini Faunum appellabant, silvam pastorumque deus erat. Mater eum (=lo) peperit in Lycaeo monte in Arcadia; sed ubi (= quando) eum vidit, pertimuit fugitque timoris piena; puer enim cornua (= coma), nares simiae.

barbula, caudam, entra caprina habebat. Mercurius pater autem puerum accepit et callidis pellibus leporini amicuit. Inde in Olympum ascenda filiumque ostendi sed Pan deorum hilaritatem excitavit, Pan adulescens in Arcadia vixit, greges pascebat, feras in silvis vallibusque agitabat (cacciare).

Meridiano aestu (= Durante la calura del mezzogiorno) montanis dormiebat semper in antris. Apud antiquos Graecos Pan inventor fistulae, pastorum tibiae qua (= con cui) saepe nympharum choréas ducebat, putabatur.

Pan valde a viatoribus timebatur, quibus (= ai quali) interdum in silvis aut remotisque locis improviso apparebat atque damare magno eos (= li) terrebat; unde hodie in sermone nostro dicimus "panico" magnum et improvisum timorem.

Pan, che i Latini chiamavano Fauno, era il dio dei boschi e dei pastori. La madre lo partorì sul monte Liceo in Arcadia; ma quando lo vide si spaventò molto e fuggì piena di timore: il fanciullo infatti aveva le corna, il naso di una scimmia, la barbetta, la coda e zampe caprine.

Il padre Mercurio prese il fanciullo e lo avvolse in calde pelli di lepre. Poi salì sull'Olimpo e mostrò il figlio; ma Pan suscitò il riso degli dei. Il giovane Pan visse in Arcadia, pascolava le greggi, cacciava fiere nei boschi e nelle valli.

Durante il caldo di mezzogiorno dormiva sempre in grotte montane. Presso gli antichi Greci Pan era ritenuto l'inventore della zampogna, del flauto dei pastori, che spesso guidava le danze corali delle ninfe.

Pan era molto temuto dai viaggiatori, ai quali talvolta appariva improvvisamente nei boschi o in luoghi remoti e con grande clamore li spaventava; da cui oggi nel nostro linguaggio comune diciamo "panico" un grande e improvviso timore.